Hey! Qui ci sono 10 casi di esperimenti davvero esplosivi.
Casi di Conversion Rate che prende il volo: aumenti di +100% è più, fino a +400%.
Con i commenti caso per caso scopri cos’è successo. Puoi usare uno di questi casi per aumentare la Conversion Rate del tuo sito?
Prova a vedere!
Ma attenzione: non esistono rimedi universali!
E gli esempi sono solo esempi, non sostituirli alle tue intuizioni e ai tuoi ragionamenti!
Quindi mi raccomando, prima di fare un esperimento cerca sempre la migliore ipotesi per il tuo sito.
Buona lettura.
1. LESS IS MORE
C’è chi dice che almeno in 8 casi su 10 aggiungere un badge aumenta la Conversion Rate. Io non credo in queste stime sommarie, anche se i badge li uso, eccome se li uso!
Ecco un caso in cui è stato meglio farne a meno. Riesci a indovinare il perché?
Fonte: Kissmetrics
2. LINGUAGGIO DIRETTO
La prova scientifica dell’importanza delle parole. Una sola in questo caso.
Qui azzardo una spiegazione neuronale.
Il nostro cervello è un reticolo di vie: se “quote” prende la provinciale, “pricing” prende l’autostrada, arriva veloce e senza semafori alla coscienza del visitatore che capisce, non si fa domande e clicca.
Facile no?
Fonte: Kissmetrics
3. DESIGN E CONVERSION RATE
Servono commenti?
La sfidante è “semplicemente” più bella e interessante.
Nota che è sparita una Call to Action in fondo. Questa rimozione ha generato un ulteriore +36,9% di Conversion Rate.
Non abbiamo invece dati sull’engagement dato dal video. Peccato.
Fonte: VWO
4. SEMPLICITÀ E CONTRASTO
Togliere elementi di distrazione aumentando la visibilità degli elementi chiave evidentemente paga.
Less is more.
Qui è stata rimossa nientemeno che la hero image.
Questo esperimento conferma una regola assoluta: non esistono regole assolute.
Non dare MAI niente per scontato, usa metodo e cum grano salis.
Fonte: VWO
5. AIDA
Ogni conversione è il risultato di un processo.
E anche se ogni visitatore del tuo sito può seguire un processo diverso dagli altri, è bene avere un modello da seguire.
Il buon vecchio AIDA (Attenzione, Interesse, Decisione, Azione) è un buon esempio. Che qui ha funzionato, con un eccellentissimo incremento di Conversion Rate.
Fonte: Kissmetrics
6. VALUE PROPOSITION
Questo esperimento è uno dei miei preferiti. Ed ero combattuto sul titolo, che per poco non è stato “AIDA 2”.
In effetti qui i fattori importanti sono almeno due:
- Struttura dei contenuti.
Il controllo è su due colonne: in un approccio molto tattico l’autore si assicura che il visitatore veda la possibilità di donare MENTRE si convince a farlo.Nella versione sfidante la struttura è rigorosamente sequenziale: prima ti convinci, poi doni. Semplice, no? - Natura dei contenuti. Chiedo scusa per la pedanteria, ma la dichiarazione degli autori mi è piaciuta così tanto che abbozzo una traduzione integrale:
“Ciò che abbiamo constatato è che quando trasmetti una forte value proposition, e la comunichi con una forza straordinaria lungo tutta la landing page, non solo la gente dice “sì” più spesso, lo fa a un livello più alto. E allora non solo dona, dona di più.”(Livello donazione media: +189% – Conversion Rate: +74% – Complessivo entrate: +274%)
Fonte: ContentVerve
7. A CARATTERI CUBITALI
Apparentemente qui c’è poco da commentare.
Un vantaggio poco visibile è diventato molto visibile, è stato visto di più e le vendite sono aumentate.
Ma io non ci credo.
Il vantaggio si vede benissimo anche nella versione di controllo (clicca sull’immagine: la scritta rossa vicino al bottone. Che è, non si vede?).
E allora?
Allora azzardo una spiegazione psicologica, mettendo in gioco i meccanismi delle zone più primitive del nostro cervello, quelle rettiliane.
Immagina di essere un velociraptor.
Cosa c’entra un velociraptor con un vino e la Conversion Rate Optimization?
Ecco:
se sei un velociraptor e trovi una bella carogna ben nascosta e ancora calda, e non vedi altri predatori nei paraggi, ti accingerai a mangiare con calma.
Se invece la carogna è ben visibile in mezzo a una piana, e fa anche un gran bel profumino, ti avventerai con furia su di essa, temendo che arrivi da un momento all’altro da un predatore più grosso di te.
Insomma: non è tanto importante il vantaggio in sé, quanto l’accorgersi che il vantaggio è visibile anche agli altri.
Una sorta di riprova sociale in negativo.
Fonte: KissMetrics
8. VANTAGGI CONCRETI
Spicca certamente il titolo, che nella versione sfidante è perfettamente pertinente, perché coincidente, con il titolo del pack-shot.
Ma qui c’è anche un ottimo lavoro di ri-arrangiamento dei testi, volto a evidenziare in modo chiaro e ordinato i vantaggi offerti.
Il linguaggio è rigorosamente concreto e semplice: “Ottieni il rapporto” al posto di “Fai il primo passo…”, “gratuito” invece che “a costo nullo”, una lista di informazioni disponibili nell’e-book da scaricare, al posto di una vaga promessa di informazioni future.
Fonte: MarketingExperiments
9. MOSTRA E DIMOSTRA
Vincente l’idea di mostrare un dettaglio, un comprensibile e tranquillizzante esempio di un’operazione disponibile nello strumento, al posto dello screenshot dell’interfaccia.
Fonte: KissMetrics
10. DOPPIA CTA
Trovare un equilibrio tra le varie conversioni è un aspetto delicato e spesso critico. Il caso più tipico è il conflitto tra vendita e lead generation.
Questo caso è interessante, perché gli autori dichiarano un aumento del tasso di lead generation, che non ha inficiato il tasso di vendita.
Fonte: VWO
CONCLUSIONI
In questo articolo abbiamo visto un po’ di test interessanti.
La cosa più interessante secondo me è quello che c’è prima, le informazioni di partenza, le intuizioni, le ipotesi.
È a questo che servono gli esempi, non a dare delle tracce da copiare, ma a stimolare e ad allargare l’orizzonte del ragionamento che sta alla base di ogni buon test.
Se l’articolo ti è piaciuto, non dimenticare di condividerlo.
E se lo desideri, qui sotto c’è uno spazio per ogni commento che vuoi fare.
Buon lavoro e una fantastica Conversion Rate!